Viviamo giornate frenetiche, braccati dal tempo, in un vortice di iperattività, intrappolati in un meccanismo di attacco e fuga.
Questa esistenza costante di fuggire dalle situazioni e di aggredire tutto e tutti, ci fa tornare ad essere come uomini primitivi, proiettati solo ed esclusivamente alla sopravvivenza. Possiamo migliorare, prestando maggiore attenzione alla mobilità del nostro corpo e al nostro sentire emotivo, partendo da esercizi fisici, di respirazione, di rilassamento e di meditazione.
Questo è il primo passo per migliorare il nostro modo di affrontare la quotidianità, senza mai dimenticare il legame invisibile che esiste tra corpo e mente.
In Italia, più del 40% della popolazione sopra i 25 anni, soffre di lombalgia. Nell’80% dei casi questa patologia non è legata a problemi specifici della colonna vertebrale, ma da altri fattori: quali stress, ansia, bassa autostima e depressione. Tutti questi stati, incidono fortemente nella postura, portando alla contrazione di un muscolo chiamato psoas.
Lo psoas è un muscolo quasi sconosciuto, eppure la maggior parte di noi lo allena senza accorgersene. Lo chiamano “muscolo dell’anima” perché è un centro di energia principale del corpo. E’ il più profondo dei muscoli del corpo umano e interessa il nostro equilibrio strutturale ed emotivo: integrità muscolare, flessibilità, forza, mobilità articolare, funzionamento degli organi, interessa anche il tronco encefalico e il midollo spinale.
E’ collegato al cervello rettile che è la sede degli istinti primari, delle funzioni corporee, del territorio della conquista, della difesa, della sopravvivenza e dei comportamenti che riguardano l’accoppiamento e la sessualità.
E’ l’unico muscolo che collega la colonna vertebrale con le gambe, responsabili di tenerci in posizione verticale e ci permette di sollevare le gambe, camminare, correre e saltare.
Il nostro veloce ritmo di vita, frenetico e stressante, libera elevata quantità di adrenalina nel nostro corpo, mantenendo in tensione costante lo psoas, rendendolo letteralmente pronto a correre e a combattere. Questo meccanismo di autodifesa è dentro l’istinto naturale di ognuno di noi. Ad esempio quando un animale si sente in pericolo di vita, di solito si prepara a correre o si immobilizza per la paura. La nostra parte istintiva lavora allo stesso modo: siamo intrappolati in uno stato costante di lotta e fuga.
Il nostro corpo traduce lo stress e gli stati d’animo in molti modi. La risposta allo stress, alla depressione e alla bassa autostima, è cablata dal nostro sistema nervoso con la contrazione dei principali muscoli flessori del tronco. Stress, ansia, depressione e bassa stima di sé incidono fortemente sulla postura: da un lato portano alla contrazione dei principali muscoli flessori (muscolo psoas compreso) portandoci a inarcare in modo scorretto la schiena, dall’altro ci portano alla chiusura delle spalle, all’affondamento del cuore e alla chiusura dell’intestino.
Come tutte le risposte allo stress, il vero problema sta nella costanza: si genera una tensione cronica che va a impattare su quella che dovrebbe essere la nostra postura fisiologica. E così nascono problemi di lombalgia, intestino pigro e in casi estremi (dove il problema si cronicizza fin dall’infanzia) si sfocia verso problemi più seri come cifosi, lordosi (correlata direttamente al muscolo psoas) scoliosi e disallineamento. Se i fianchi non sono a livello, l’intera andatura è compromessa,
il peso del busto è distribuito in modo errato andando a compromettere l’intera stabilità del corpo.Quando la tensione del muscolo psoas provoca questa asimmetria si riduce lo spazio per i nostri organi interni che, a lungo andare, potrebbero perdere di efficienza: il sintomo più frequente è un modello di respirazione disfunzionale che in alcuni casi può amplificare il disturbo dell’ansia.
Rilassare il muscolo psoas aiuta a liberarsi da dolori, ansia e paure.
Le posizioni Yoga si concentrano sull’allungamento e il rilassamento dello psoas e sul ripristino dell’equilibrio in tutto il corpo.
Alleniamo il muscolo dell’anima perché è vitale per il nostro benessere.Con la pratica costante, si può imparare ad isolare questo muscolo, che può essere utile alla guarigione del corpo e dell’anima a lungo termine. Tutte le nostre cellule sono vive, elettriche, si muovono, crescono, cambiano, si connettono e si disconnettono nello spazio di millisecondi.
In ogni momento, una cascata di impulsi provenienti dal cervello e dal sistema nervoso viaggiano coinvolgendo lo psoas, fino a raggiungere l’anima per scambiarsi informazioni, emozioni, per danzare insieme, abbracciarsi, stringersi per poi lasciarsi nuovamente velocemente e spontaneamente. Lo psoas pertanto è l’espressione diretta di ciò che una persona prova, senza alcuna difesa nell’interno profondo del suo essere.
È un muscolo yogico, come sappiamo infatti, Yoga significa anche «unione», e anche «integrazione».
Forse gli antichi rishi, i saggi veggenti della tradizione indiana, avevano già scoperto e sentito lo psoas e ne avevano intuito l’importanza, dal momento che tanto lo hanno coinvolto nelle posizioni Yoga che via via studiavano. Compresa savasana, la posizione usata per il rilassamento guidato profondo.
Le connessioni dello psoas e il suo essere in profondità influiscono sia sul sistema nervoso centrale sia su quello periferico.
Rilassare il muscolo psoas, con un lavoro specifico, potrà aiutarci lungo la strada della guarigione. D’altra parte il rilassamento è un’arte che va coltivata ogni giorno per tutta la vita.
Non solo rilassamento, ma connessioni spirituali.